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ANTONIO STANGO EDITORE

LE RIVISTE DA COLLEZIONE

Antonio Stango Editore ha pubblicato per alcuni anni diverse riviste, fra le quali i trimestrali “La Scrittura” e “La Nuova Frontiera – International Human Rights and Security Review”. Tutti i numeri sono disponibili in perfette condizioni e acquistabili, al prezzo di euro 8. Per ordinazioni scrivere alla casa editrice all’indirizzo e-mail: info@stangoeditore.com

«La Scrittura» - Servizio arretrati

Tutti gli arretrati sono disponibili al prezzo di euro 8,00. Il primo numero della rivista si apre con un articolo di Raffaele La Capria ed uno di Sergio D’Elia su Mariateresa Di Lascia. La sezione Laboratorio letterario comprende un’in­tervista a Mario Luzi, con una sua poesia inedita, ed inter­venti critici su Savinio, Dostoevskij, Rilke, Montale e Jiinger. Le poesie sono di Yosano Akiko, Fernando Villalón, Achille Serrao, Gabriele Ghiandoni, Roberto Dedenaro e i raccon­ti di Vincenzo Pardini, Gabriella Maleti, Idolina Landolfi e Marco Bergamini. La sezione Tracce presenta un servizio su Castelvecchio Pascoli; segue una lettera di Vittorio Alfieri. Il secondo numero si occupa nella parte monografica di Tommaso Landolfi (con saggi di Idolina Landolfi, Gio­vanni Maccari, Catherine de Wrangel); seguono un’inter­vista a Luca De Filippo, un saggio di Ernestina Pellegrini sulle ‘spietate’ nella letteratura dell’Ottocento e del Novecen­to, uno di Monica Filograno su Italo Calvino, poesie di Srecko Kosovel, Helle Busacca e Sante Pedrelli, racconti di Maria Teresa Giuffrè, Tommaso Codignola, Franco Cesati, Marisa Madieri, un servizio di Roberto Carifi sulla Duino di Rilke, una lettera di John Keats, un testo di Tommaso Landolfi. Il terzo numero ospita nella parte monografica saggi su Dino Buzzati di Alessandro Mezzena Lona, Plinio Pe­rilli e Giuseppina Giacomazzi; quindi interviste a Jac­queline Risset e a Paulo Coelho, un articolo di Fernanda Pivano su Francis Scott Fitzgerald, un saggio di Plinio Perilli su Amelia Rosselli, una lettera inedita di Montale, poesie di Luis Carlos López e Luigi Oldani, racconti di Raffaella Musicò, Anna M. Simm, Umberto Montano, Giovanni Maccari, un servizio di Antonio Stango sul liceo di Puskin a Zarskoje Selo, una lettera di Ciaikovskij, una recensione di Tommaso Landolfi alle Occasioni di Montale.

Il quarto numero ha i saggi di apertura (di Andrea Cor­tellessa e Fabio Pierangeli) dedicati a Guido Morselli. Se­guono un’intervista a Paolo Poli, un saggio di Monica Fi­lograno sulla scrittura labirintica di Italo Calvino, poesie di Yusef Komunyakaa, Lalla Kezich, Gianni Rita, racconti di Edward Tosques, Stefano Leszczynski, Luigi Serravalli e Roberta Guccinelli, un testo di Maria Antonietta Cruciata sulla Villa San Pellegrino di Dino Buzzati e una recensione di Leone Traverso alla Pietra lunare di Tommaso Landolfi. Il quinto numero ospita saggi su Aldo Palazzeschi (di Francesca Serra, Oretta Guidi, Plinio Perilli, Valerio Bispuri e Raffaella Notariale), interviste a Mario Vargas Llosa, a Giuseppe Farese e a Daniela Danna, un saggio di Alida Cresti sull’autoritratto ed uno di Francesco De Luca su John Fante, poesie di Bianca Varela, Giacomo Trinci, Alessandro Fo, Luciano Pirrotta e Roberto Taioli, racconti di Gabriele Nesti, Fiorenzo Ranieri, Toti Mercadante, Rino Garro e Francesca Avanzini, una recensione di Tommaso Landolfi a Frangoise Sagan, un articolo sulla Società Dante Alighieri, il verbale della giuria della prima edizione del Premio letterario internazionale «Via di Ripetta». Il sesto numero si apre con cinque articoli su Ada Negri (di Antonio Stango, Laura Fortini, Plinio Perilli, Neria De Gio­vanni, Giovanna Bandini) ed include interviste a Melania Mazzucco e a Marta Morazzoni, lettere inedite di Gianna Manzini a Jean Paulhan, un articolo su Svevo e Vamba di Alberto Cavaglion, poesie di Paolo Maccari, Roberto Gi­gliucci e Nicola Gardini, racconti di Antonio Petti, Fabio Pie­rangeli, Gaja Cenciarelli, Daniela Vinciguerra, Claudio Tur­co, un servizio sulla casa romana di Goethe.

Il settimo numero ha la parte monografica dedicata ad Alberto Savinio, con saggi di Cristiana Lardo, Francesco Cornacchia e Maria Cristina Mannocchi. Il Laboratorio let­terario propone un’intervista a Luis Sepúlveda, un articolo di Giovanni Nencioni sul plurilinguismo in Europa ed uno di Giacinto Spagnoletti sulla critica letteraria, poesie di Mas­simo Morasso, Antonio Pinto e Claudio Comandini, rac­conti di Enzo Fileno Carabba, Lucia Ianniello, Gianna Sarra, Maria Patrizia Vitali, Elena Morelli, Carlo Berselli, un racconto di David Herbert Lawrence nella traduzione di Francesco De Luca, un servizio sull’Arcadia.

Il numero 8/9 si apre con quattro saggi su Gabriele d’An­nunzio (di Angelo Piero Cappello, Noemi Paolini Giache­ry, Sabino Caronia e Fabio Pierangeli); seguono un incontro con Santiago Gamboa, testi sulla letteratura haitiana (di Mau­rizio Stefanini), su Angelo Grillo (di Patrizia Licata), su Wal­ser, Palazzeschi e Landolfi (di Giuseppina Giacomazzi), su Edgar Rice Burroughs (di Daniela Vinciguerra); Stanislao Nievo parla del romanzo L’ultimo orizzonte di Alessandra Fagioli, Carlo Villa della poesia di Patrizia Imperiali, Plinio Perilli della propria poetica. Poesie di Fabio Pierangeli, Lui­gi Socci, Carla Cenci, Renzo Iacobucci, racconti di Anto­nio Stango, Claudia Marin, Pierluigi Adami, Giovanna Ban­dini, Gabriele Maniccia, Raffaella Musicò, Claudia Gior­dano, Marisa Strippini, Francesca Sampogna, Simona Vio­la; un servizio sull’Istituto di Patologia del Libro. Il numero 10/11 contiene quattro saggi (di Oretta Guidi, Maria Cristina Mannocchi, Raffaella Simone e Luca Cecca­relli) su Primo Levi; un incontro inedito con Jorge Luis Borges (a cura di Fabio Della Seta), un’intervista a María Kodama Borges (di Maurizio Stefanini) e una testimonianza sullo scrittore argentino (di Helena Duran); un incontro con Thor Vilhiàlmsson (a cura di Tania Tallè); un saggio sulla ri­vista longanesiana «Omnibus» (di Elena Aronica) ed uno su Tommaso Landolfi (di Lev Anninskij); un articolo sulle gior­nate di studio su Landolfi a Prato del febbraio 1999 (di Giu­seppina Giacomazzi) e, per la rubrica Tracce, un servizio sul convitto nazionale «Cicognini». Poesie di Mario Verdone, Teobaldo Fortunato, Angiolo Bandinelli; racconti di Mario Materassi, Sabino Caronia, Luciano Pirrotta, Costantino Forti, Loretta Marsilli, Marco Piscitello, Mario Verdone. Il numero 12 si apre con quattro articoli (di Salvatorange­lo Spano, Franca Linari, Sabino Caronia, Dino Manca) su Giuseppe Dessì; seguono un incontro inedito con Carlo Emilio Gadda (a cura di Carlo Villa), interviste a Alessan­dro Parronchi (a cura di Luisa Sisti), Dacia Maraini (a cura di Claudia Marin), Dante Liano (a cura di Maurizio Stefa­nini); racconti di Viktoria Fomina, Mariella Vivaldi, Andrea Barbaranelli, Emanuele Di Marco, Claudia Marin. Il numero 13 ha la parte monografica su Anna Maria Ortese (con saggi di Plinio Perilli, Carla Cenci, Luca Cecca­relli), incontri con Edith Bruck (a cura di Maria Teresa Ci­nanni), Maria Luisa Spaziani (a cura di Mariù Safier), Fiam­ma Satta e Fabio Visca (a cura di Antonio Stango), Elke Mascha Blankenburg (a cura di Milena Gammaitoni), testi su Trilussa (di Silvio D’Amico e di Giovanni Gigliozzi), su Fabio Della Seta (di Andrea Barbaranelli), un dibattito su Ungaretti «verticale» con interventi di Andrea Cortellessa, Carmine Di Biase, Mario Luzi, Alessandro Parronchi, Plinio Perilli, Noemi Paolini, Emerico Giachery, poesie di Carlo Villa, Giovanni Giudice, Fabio Pierangeli, racconti di Igna­zio Delogu, Giuseppe Fiori, Giancarlo Dimaggio.

Il numero 14/15, uscito nel 2002, ha concluso la serie de “La Scrittura”. Ha la parte monografica su Cesare Pavese (con saggi di Plinio Perilli, Fabio Pierangeli, Aldo F. Colonna, Luisa Sisti, Mariella Vivaldi, Eugenio Nardelli), incontri con Aimé Césaire (a cura di Maria Franca Martino), Tullio De Mauro (a cura di Angelo Angeloni), articoli su Wislawa Szymborska (di Milena Gammaitoni), Montale e Svevo (di Noemi Paolini Giachery), Gombrowicz e De Chirico (di Katarzyna Jerzak), Alfonso Gatto (di Roberto Mosena), poesie di Walter Baccile, Sabino Caronia e Elisabeth Faller, racconti di Caronia, Anna Petter, Claudia Marin e Cristiana Lardo, recensioni e schede.

La Nuova Frontiera

International Human Rights and Security Review

Alla rivista trimestrale “La Nuova Frontiera” (uscita fra il 1994 e il 2003 e riconosciuta “pubblicazione di elevato valore culturale” ai sensi della legge 5.8.1981, n. 416) hanno collaborato docenti universitari, responsabili di organizzazioni internazionali per i diritti umani e giornalisti specializzati fra i quali Giandonato Caggiano (docente alla terza Università di Roma), Erik Siesby (professore all’Università di Copenaghen), Yuri Orlov (presidente onorario della International Helsinki Federation for Human Rights e professore alla Cornell University di Ithaca, New York), Milena Modica (del Centro studi sui diritti dell’uomo della LUISS), Gaetano Pentassuglia (docente alle Università di Monaco di Baviera e di Lund, Svezia), Antonella Cristiani. Sergio D’Elia, Stefano Leszczynski, Enrico Molinaro, Maurizio Stefanini, Piero Verni, Elisabetta Zamparutti. Fra i fondatori, il professor Paolo Ungari, maestro del diritto e presidente (fino alla sua scomparsa avvenuta nel settembre 1999) della Commissione per i Diritti Umani della Presidenza del Consiglio.

“La Nuova Frontiera” era pubblicata in collaborazione con il Comitato Italiano Helsinki per i diritti umani e con l’Osservatorio sulla proliferazione delle anni e delle tecnologie militari. Per i servizi fotografici si avvaleva della Assoreporters. Fra gli argomenti trattati, con reportage ed analisi, il Tibet, il conflitto ceceno, il Kurdistan, il Kashmir, il Tajikistan. Taiwan, la Corea, Panama, Cipro, l’allargamento dell’Unione Europea, l’Iran, la tutela delle minoranze nel diritto internazionale, il diritto dei popoli all’autodeterminazione, la OSCE, le popolazioni indigene in tutto il pianeta, la situazione politico-sociale in Russia, il fondamentalismo islamico, i rapporti euro-mediterranei, le campagne per l’abolizione della pena di morte nel mondo e per l’istituzione e il funzionamento della Corte Penale Internazionale. Numerosi i documenti presentati, fra i quali risoluzioni del Parlamento Europeo e delle Nazioni Unite, la “Dichiarazione di Barcellona” istitutiva del Partenariato Euromediterraneo, le Costituzioni della Federazione Russa e dell’Armenia, la “Convenzione di Ottawa per la messa al bando dell’uso, dello stoccaggio, della produzione e del trasferimento di mine antipersona, e per la loro distruzione”. Tutti i numeri – ancora disponibili – erano completati da recensioni e schede.

PER LA RIFORMA DELLA POLITICA INTERNAZIONALE

La maggior parte degli Stati membri dell’ONU non sono dotati di istituzioni democratiche e violano palesemente e sistematicamente i diritti umani malgrado la Dichiarazione Universale del 1948 e tutti i successivi Patti Trattati e Protocolli in materia. In loro difesa è però ormai riconosciuto il diritto-dovere della comunità internazionale ad intervenire con le armi della diplomazia, della politica, delle pressioni e sanzioni economiche.

In un mondo dove le frontiere stanno mutando vorticosamente. la nuova e più importante ‘frontiera’ – per la comunità dei Paesi democratici, per le organizzazioni internazionali ma anche per ciascuno – è quella dell’attenzione, della spinta morale, della determinazione a svolgere un ruolo riformatore  su una scena globale da cui nessuno può ritenersi isolato. Anche di questo hanno trattato i numeri della rivista “La Nuova Frontiera – International Human Rights and Security Review”.

Come l’avanzare della catastrofe ambientale mette in pericolo la stessa vita delle prossime generazioni, così il deserto della violenza, dell’odio. dell’ipernazionalismo aggressivo e totalizzante riduce lo spazio della vita del diritto, della convivenza nel rispetto della diversità, dell’esercizio effettivo della democrazia. Intanto nuovi araldi della formula totalitaria, in molti Paesi, invocano i diritti dello Stato contro le norme dello Stato di diritto. Ad essi occorre rispondere con forza in modo specularmente opposto. Il ‘continente’, politico e non geografico, della democrazia è chiamato ad utilizzare il potere economico e diplomatico, una dissuasiva potenza militare, la conoscenza tecnologica ed una forte creatività politica per impedire sul nascere i conflitti: favorire l’ istituzione di organismi internazionali di controllo, di arbitrato, di giudizio anche penale nei confronti dei responsabili di crimini contro l ‘umanità; bloccare le forniture di armi e di altri materiali strategici ai regimi totalitari o dittatoriali; tentare di spezzare, anche attraverso campagne internazionali di informazione, le spirali di fanatismo e di aggressività che si sviluppano intorno al suoi confini, e con alcuni focolai anche al suo interno.

Per tutto questo, non è pensabile non affrontare il nodo complessivo del sistema delle relazioni internazionali. E’ necessario riformare radicalmente le organizzazioni regionali – anche nella diversificazione e nell’armonizzazione delle loro funzioni – e la stessa ONU: che, se da un lato deve essere munita di un’effettiva capacità cogente in materia di diritti umani e di sicurezza, dall’altro sconta la presenza proprio nel Consiglio di Sicurezza del diritto di veto da parte di Stati responsabili di violazioni estreme del diritto internazionale, e nell’Assemblea Generale di quello paritario al voto per una molteplicità dl Stati non meno condannabili. Ed è in realtà ciascuno Stato, anche il più democratico, a dovere attuare una severa riforma della propria politica internazionale, solitamente praticata per acquisire meri vantaggi immediati od apparenti secondo schemi che risalgono ad anacronistiche concezioni geopolitiche.

Perché questo accada, le Organizzazioni Non Governative, i movimenti e le riviste di opinione, le rare forze politiche non insensibili devono agire ormai con urgenza. “La Nuova Frontiera” ha inteso chiedere loro di non dimenticarlo, contribuendo a diffondere i principali documenti internazionali in materia e favorendo il dibattito su quanto ciascuno – dal cittadino alle Nazioni Unite – può compiere perché questa riforma sia possibile.

Anche dopo la cessazione delle pubblicazioni, l’impostazione della rivista rimane un’indicazione che la casa editrice intende seguire attraverso una nuova collana di libri dedicati ai diritti umani e alle relazioni internazionali.