“Le tre autrici che fanno il pane in casa, cioè si scrivono le storie da sole, sono già loro stesse una bella storia, perché si oppongono, forse senza sapere di farlo, a questo nuovo modulo di umanità che disumanizza, perché sta rinunciando alla sua arma migliore, la pedagogia di prossimità, quella in cui non conta tanto ciò che fai e ciò che leggi ma il modo in cui lo fai e come leggi, la distanza, non solo quella geometrica, tra i soggetti. La differenza stavolta, in questo esperimento benissimo riuscito, è che il fare coincide con lo scrivere e dunque con il leggere, però insieme, narrando mentre scrivi, perché chi dovrebbe scrivere e chi dovrebbe ascoltare sono fusi come lo erano elettricità e magnetismo, dando luogo a quella “treccia infinità” di cui parlava Michael Faraday, autodidatta baciato dal genio e padre dell’elettromagnetismo.”
(Dalla Prefazione di Domenico Barrilà)
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