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Labbra spente – di Paolo Giannotti e Alessandro Raffi

12,00

«In fin dei conti, l’ambiente scolastico in cui si era imbattuta Laura non era malaccio. È vero, il Preside aveva manie di grandezza; alcuni colleghi presentavano le consuete patologie psicotiche tipiche del corpo insegnante; gli alunni erano quello che erano; i genitori, talvolta, infastidivano oltre il dovuto; ma Laura sapeva che nell’ambito scolastico c’era di peggio. Tirare avanti: era l’espressione in cui soleva adagiarsi. In fondo, diceva, con i tempi che corrono il posto era sicuro. E ora che dopo un sofferto divorzio doveva badare a se stessa poteva considerarsi, alla fine dei conti, piuttosto fortunata. Laura apparteneva ancora alla generazione del concorsone pubblico, ma le colleghe più giovani, le cosiddette “sissine”, o peggio ancora quelle che avevano dovuto sborsare fior di quattrini per accedere a una manciata di ore settimanali di supplenza, la guardavano in tralice e con il dente avvelenato. Erano tempi in cui il contratto a tempo indeterminato veniva considerato un privilegio tipico di una generazione d’altri tempi.»

 

Paolo Giannotti è nato a Massa nel 1961. ha una laurea in Lettere moderne conseguita presso l’Università di Pisa. Ha pubblicato il romanzo Il paese di Acchiappacitrulli (Italic – Pequod, Ancona, 2012), finalista al premio “Guido Morselli” di Varese. È stato finalista al premio Calvino con il romanzo La voce del pavone (2003). Ricercatore indipendente, si è dedicato allo studio della letteratura italiana del secondo Ottocento nelle figure del narratore verista Gaetano Carlo Chelli e del commediografo Paolo Ferrari. Ha pubblicato il saggio Lo spettacolo è sospeso perché è andata via la scossa: storia (molto) sentimentale del Teatro Guglielmi (Eclettica Edizioni, 2018). Ha inoltre curato: G. C. Chelli, Racconti dell’Apuano (Vuelleti Edizioni, 2003); G. C. Chelli, Fabia (Alberto Ricciardi Editore, 2004); P. Ferrari, Baltromèo calzolaro (Eclettica Edizioni, 2019).

Alessandro Raffi è nato nel 1962. Ha una laurea in filosofia conseguita presso l’Università di Pisa. Ha pubblicato il volume La gloria del volgare. Ontologia e semiotica in Dante dal “Convivio” al “De vulgari eloquentia” (Rubbettino), ed è autore di numerosi saggi sulla filosofia dantesca e sulla filosofia medievale apparsi su “Lettere italiane”, “L’Alighieri”, “Areopago”, “Campi Immaginabili”, e “Al-Mukhatabat”. Ha tenuto corsi di storia della teologia presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Niccolò Stenone” di Pisa, e presso l’Istituto di Spiritualità “Santa Teresa del Bambin Gesù” di Pisa. Collabora con il dipartimento di Filosofia medievale dell’Università di Bucarest e Cluj.

È bene intendersi subito. Questo non è l’ennesimo romanzo sulla scuola. Benché l’ambiente scolastico faccia da fondale alle vicende narrate, qui non sono presenti né prof talentuosi né eroine dedite a raddrizzare il mondo. È semmai, in tal senso, un libro politicamente scorretto, anzi scorrettissimo. E di fronte a questo fondale si muovono come marionette i più svariati tipi umani che affollano il gran teatro del mondo. Sono quindici giornate, ma potrebbero benissimo essere mille, all’interno di un moto circolare che chiude e apre la vita di Laura e degli altri personaggi trascinati nel vortice di una inavvertita meccanicità. Il lettore non deve comunque temere. Non vi è niente di serioso: l’elemento goliardico e umoristico è il segno principale della narrazione. Detto ciò, il lettore accorto saprà lui individuare, per dirla con Dante, ciò che si cela “oltre il velame” di questa variopinta sarabanda.

Pagine

140

ISBN

978-8888909479

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